mercoledì 13 marzo 2013

La Ciociaria e la sua essenza

"Miniera d'oro" questa l'espressione usata da alcuni imprenditori agricoli arrivati dalla Campania nelle nostre terre. Fra queste colline che ricordano l'Umbria, fra quei casolari che ricordano la Maremma c'è una terra ricca, miniera di bontà semi sconosciute che ancora devono venire alla luce. Le nostre pepite non vivono nella roccia, ma crescono dalla terra, non vengono lavorate nelle oreficerie, ma preparate nei nostri tinelli. Vorrei avere le ali per vagare ogni sera sui tetti della Ciociaria, per calarmi sui coppi dei casolari, affacciarmi dalle finestre e mettendo il naso alle fessure...sentire le bontà che le massaie preparano per la famiglia. Un viaggio gastronomico per la Ciociaria è quello che vi propongo: una girandola di emozioni per il palato, di storie e tradizioni, di segreti e cultura.

Per iniziare diciamo cos'è la Ciociaria. E' quel lembo di terra che si espande per tutta la provincia di Frosinone, nel basso Lazio a 100 Km da Roma, una volta facente parte di Terra di Lavoro (provincia realmente esistita fino al 1927). Le sue terre sono variegate: dai terreni ferrosi delle colline appenniniche fino alle terre cretose delle pianure. Venti caldi dal Pontino, e venti freddi dalle catene dei Monti Ernici. Sole e pioggia, queste terre si offrono per ogni tipo di coltura, viste le sue plurime sfaccettature, si adatta ad ogni iniziativa contadina.


Ciò che più ha nutrito queste terre però non è stato ne il terreno, ne le piogge: è stato il sudore dei suoi contadini, non nel senso chimico, ma nel senso culturale. Tutte quelle schiene doloranti, che negl'anni hanno zappato le terre hanno contribuito a portare  avanti una storia di gusto e sapore, e se oggi le migliori ricette sono arrivate a noi è solo grazie a loro. I contadini. Hanno portato avanti con il sudore le antiche ricette ed oggi non possiamo che apprezzarle.


 










I prodotti della terra, le lavorazioni, le ricette della cucina...è tutto un mondo da assaporare!

di Angelo Cervi

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